La dittatura di Sabatini spacca Roma

Da quando Baldini ha fatto le valigie per stabilirsi a Londra sponda Tottenham,Walter Sabatini ha assunto praticamente tutti i poteri a Trigoria.A partire dalla scelta dell’allenatore:i tifosi si aspettavano il grande nome,sognavano Ancelotti,è arrivato la scommessa Garcia.Scommessa perchè non conosce il campionato italiano,perchè la pressione di Roma non è quella di Lille,perchè dopo Luis Enrique e Zeman serviva un tecnico esperto e di sicuro affidamento.Anche il mercato dei giocatori è una sua prerogativa,e anche in questo caso sono sicuramente un azzardo gli acquisti di calciatori semi-sconosciuti,provenienti da tutto il mondo tranne che dal Bel Paese.Con più di 100 milioni spesi in due anni,si potevano prendere giocatori importanti funzionali al progetto,invece si è preferito puntare sulla quantità più che sulla qualità,con la speranza di trovare diamanti in mezzo ai pezzi di carbone.Politica che non ha pagato,ma che il ds continua a portare avanti nonostante tutto.A cui evidentemente non bastano questi poteri,ed ecco cosi che si accaparra parte dei compiti della vecchia gloria Bruno Conti,responsabile del settore giovanile.Incredibile,ma (tristemente) vero,la Primavera giallorossa,una delle più vincenti in Italia e vivaio florido da cui escono ogni anno fior di giocatori,è protagonista dell’annata più deludente degli ultimi dieci anni e nessun giovane è stato promosso in prima squadra.

La domanda a questo punto può essere una sola,:siamo davvero sicuri che l’autocrazia di Sabatini sia una bene per la Roma?

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