Berlusconi e il “contratto” mai rispettato

Silvio Berlusconi l’8 maggio 2001,a ridosso delle elezioni politiche, firmò un contratto con gli italiani durante la trasmissione del programma Porta a Porta condotto da Bruno Vespa,in cui si impegnava a varare diverse riforme riassunte in cinque punti; in caso di mancata realizzazione di almeno quattro di questi punti non si sarebbe ricandidato alle elezioni politiche successive.Nonostante la sola firma fosse quella di Berlusconi,l’accordo era da considerarsi valido,inteso come contratto con obbligazioni del solo proponente (art. 1333 del Codice civile)

Al primo posto Berlusconi mise l’abbattimento della pressione fiscale,nel 2013 ancora suo cavallo di battaglia.Obiettivo non raggiunto: la pressione fiscale rimase pressochè immutata.Ci fu solo l’abolizione della tassa di successione e di quella sulle donazioni,che i maligni videro come un modo di far risparmiare ai suoi eredi circa 58 miliardi di lire,stima fatta dallo stesso Berlusconi.

Nel secondo punto prometteva città più sicure,attraverso anche l’inserimento dell’istituto del poliziotto di quartiere.Obiettivo non raggiunto:secondo il Censis il numero di reati sarebbe addirittura aumentato nel corso della legislatura.

Il terzo prevedeva l’innalzamento delle pensioni minime ad almeno 1 milione di lire al mese.Obiettivo non raggiunto:solo il 25% dei pensionati si vide aumentare i soldi nella busta a fine mese,a causa di mancanza di fondi.

Nel quarto si impegnava a dimezzare il tasso di disoccupazione con la creazione di un milione e mezzo di posti di lavoro.Obiettivo non raggiunto:i disoccupati diminuirono,ma di certo non si dimezzarono,e i nuovi posti di lavoro furono solo poco più di un milione,senza contare i posti persi.

Nel quinto e ultimo punto c’era l’apertura dei cantieri per almeno il 40 % degli investimenti previsti dal Piano decennale per le Grandi Opere.Obiettivo ancora una volta non raggiunto:valutando unicamente le effettive aperture dei cantieri, i dati del ministero delle Infrastrutture mostravano che a gennaio 2006 si è raggiunto il 21,4% degli investimenti previsti

Berlusconi non ha rispettato il contratto,in quanto si è ricandidato alle successive elezioni del 2006.Una sentenza del tribunale civile di Milano nel gennaio 2009 ha stabilito che il documento non ha valore contrattuale e che Berlusconi non aveva dunque obbligo di rispettarlo in quanto documento non vincolante.E chi lo ha denunciato per inadempienza contrattuale,oltre a non aver visto accolta la propria richiesta di risarcimento,si è anche dovuto pagare le spese processuali.Oltre il danno,la beffa….

contratto berlusconi