Roma, al via il Golden Gala 2016: ecco le star della competizione

thD4WY6IQLComincia oggi allo stadio Olimpico l’evento di atletica leggera più atteso dagli appassionati italiani e non solo. Quinta tappa del circuito mondiale della IAAF Diamond League, il Golden Gala Pietro Mennea è pronto ad accogliere sul tappeto rosso la Regina degli sport e i suoi campioni.

Si prevede grande affluenza di pubblico quest’oggi allo stadio Olimpico, per ammirare i big dell’atletica leggera mondiale che parteciperanno a questo importante evento. Tra pista e pedane infatti vi saranno 12 medagliati olimpici di Londra 2012 e 32 atleti saliti sul podio dei Mondiali di Pechino 2015. Contando anche i 21 degli Europei di Zurigo 2014 e i 19 dei Mondiali Indoor di Portland 2016, il Golden Gala di Roma si prepara ad accogliere ottantaquattro medagliati individuali delle ultime quattro grandi rassegne internazionali. Tra questi vi sono gli ori di ben 5 campioni olimpici: il lunghista britannico Greg Rutherford, il discobolo tedesco Robert Harting, il siepista keniano Eziekel Kemboi, la giavellottista ceca Barbora Spotakova e la pesista neozelandese Valerie Adams. Vi saranno inoltre 11 campioni del mondo, sette iridati indoor e sette campioni d’Europa.

Il pubblico di casa sicuramente farà il tifo per gli azzurri. Saranno infatti 47 gli atleti italiani che prenderanno parte alla competizione. Gli occhi saranno puntati soprattutto su Gianmarco Tamberi, campione del mondo indoor di salto in alto. Per lui sarà un giorno speciale per due motivi: sarà la sua prima gara in Italia dopo la conquista del titolo, nel giorno del suo 24esimo compleanno. In pedana con lui anche l’altro big azzurro Marco Fassinotti. Per quanto riguarda ai velocisti invece attenzione a Gloria Hooper, Audrey Alloh, Eseosa Desalu e al campione europeo under 23 dei cento metri Giovanni Galbieri, che, oltre alla gara individuale, dovranno portare il testimone delle staffette 4×100. Nei 1500 metri maschili, attenzione a Mohad Abdikadar. E’ uno dei migliori prospetti dell’atletica azzurra, ed ha vinto la medaglia d’argento negli ultimi Europei Under 23 di Tallin. Al Golden Gala il nativo di Bulahawo (Somalia) avrà una grandissima occasione di crescita, gareggiando con grandi nomi del panorama internazionale, come quelli dei keniani Elijah Manangoi e Silas Kiplagat.

Ma l’osservato speciale del Golden Gala sarà ancora una volta il vecchio Justin Gatlin, che vince all’Olimpico da tre anni consecutivi e che l’anno scorso si è portato a casa il record del Golden Gala in 9″75. Record che apparteneva a un certo Usain Bolt, di certo non l’ultimo arrivato. Nella conferenza stampa di presentazione del Golden Gala Gatlin ha dichiarato tuttavia che, se dovesse scegliere tra il record del meeting ed il momento della vittoria su Usain Bolt, sceglierebbe il secondo. Perché arrivare davanti al più forte del mondo, davanti a un pubblico caloroso come quello di roma, è tanta roba. Il pubblico intanto si augura di assistere ad altre imprese di questi eroi moderni, e magari a qualche nuovo record.

Le 5 mosse di Rudi Garcia che hanno riportato la Roma nell’Olimpo delle grandi

Roma prima in classifica,sei vittorie su sei,un solo goal subito,17 quelli segnati.Numeri impressionanti che fanno pensare che quella giallorossa non sia solo una meteora di inizio stagione.La squadra ha iniziato il campionato tra lo scetticismo generale,con i tifosi arrabbiati per la sconfitta nel derby valido per la vittoria della Coppa Italia e delusi per un mercato che ha visto la Roma protagonista soprattutto per le cessioni eccellenti di Marquinos,Osvaldo e Lamela.Il neo-allenatore Garcia è riuscito tuttavia nell’impresa,dopo queste prime sei giornate di campionato, di riuscire a far sussurrare ai tifosi,a bassa voce e con tutti gli scongiuri possibili immaginabili,la parola scudetto; cinque sono state le mosse decisive del francese

1) L’importanza del gruppo: la prima mossa di Garcia è stata quella di amalgamare un insieme di giocatori,al fine di renderlo una squadra,in cui ogni elemento si sente importante.Significativa la creazione del consiglio dei saggi,con cui il mister si confronta su tutte le decisioni importanti.

2) L’equilibrio tra la gioventù e l’esperienza: in un gruppo giovane sono state inserite alcune pedine con alle spalle un curriculum importante,che hanno un peso specifico all’interno di uno spogliatoio.Si parla di Maicon, De Sanctis,Strootman,Benatia.

3) De Rossi tornato al top: Garcia non ha mai avuto dubbi,il calciatore romano è il fulcro del gioco dei giallorosso.La fiducia era evidentemente la medicina che ha fatto tornare De Rossi un top-player.

4) Il ruolo delle ali: Ljajic,Gervinho e Florenzi si prodigano in un faticoso lavoro,che prevede di coprire le fascie e al tempo stesso di attaccare puntando sempre l’uomo e tagliando il fronte offensivo.Finora sono i capocannieri della squadra con tre goal all’attivo.

5) Totti finto numero 9: il capitano è immortale.Corre,tira,sforna assist a ripetizione.In questa posizione non da punti di riferimento alla difesa avversaria e favorisce gli inserimenti delle ali e dei centrocampisti.Immagine

La dittatura di Sabatini spacca Roma

Da quando Baldini ha fatto le valigie per stabilirsi a Londra sponda Tottenham,Walter Sabatini ha assunto praticamente tutti i poteri a Trigoria.A partire dalla scelta dell’allenatore:i tifosi si aspettavano il grande nome,sognavano Ancelotti,è arrivato la scommessa Garcia.Scommessa perchè non conosce il campionato italiano,perchè la pressione di Roma non è quella di Lille,perchè dopo Luis Enrique e Zeman serviva un tecnico esperto e di sicuro affidamento.Anche il mercato dei giocatori è una sua prerogativa,e anche in questo caso sono sicuramente un azzardo gli acquisti di calciatori semi-sconosciuti,provenienti da tutto il mondo tranne che dal Bel Paese.Con più di 100 milioni spesi in due anni,si potevano prendere giocatori importanti funzionali al progetto,invece si è preferito puntare sulla quantità più che sulla qualità,con la speranza di trovare diamanti in mezzo ai pezzi di carbone.Politica che non ha pagato,ma che il ds continua a portare avanti nonostante tutto.A cui evidentemente non bastano questi poteri,ed ecco cosi che si accaparra parte dei compiti della vecchia gloria Bruno Conti,responsabile del settore giovanile.Incredibile,ma (tristemente) vero,la Primavera giallorossa,una delle più vincenti in Italia e vivaio florido da cui escono ogni anno fior di giocatori,è protagonista dell’annata più deludente degli ultimi dieci anni e nessun giovane è stato promosso in prima squadra.

La domanda a questo punto può essere una sola,:siamo davvero sicuri che l’autocrazia di Sabatini sia una bene per la Roma?

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Berlusconi e il “contratto” mai rispettato

Silvio Berlusconi l’8 maggio 2001,a ridosso delle elezioni politiche, firmò un contratto con gli italiani durante la trasmissione del programma Porta a Porta condotto da Bruno Vespa,in cui si impegnava a varare diverse riforme riassunte in cinque punti; in caso di mancata realizzazione di almeno quattro di questi punti non si sarebbe ricandidato alle elezioni politiche successive.Nonostante la sola firma fosse quella di Berlusconi,l’accordo era da considerarsi valido,inteso come contratto con obbligazioni del solo proponente (art. 1333 del Codice civile)

Al primo posto Berlusconi mise l’abbattimento della pressione fiscale,nel 2013 ancora suo cavallo di battaglia.Obiettivo non raggiunto: la pressione fiscale rimase pressochè immutata.Ci fu solo l’abolizione della tassa di successione e di quella sulle donazioni,che i maligni videro come un modo di far risparmiare ai suoi eredi circa 58 miliardi di lire,stima fatta dallo stesso Berlusconi.

Nel secondo punto prometteva città più sicure,attraverso anche l’inserimento dell’istituto del poliziotto di quartiere.Obiettivo non raggiunto:secondo il Censis il numero di reati sarebbe addirittura aumentato nel corso della legislatura.

Il terzo prevedeva l’innalzamento delle pensioni minime ad almeno 1 milione di lire al mese.Obiettivo non raggiunto:solo il 25% dei pensionati si vide aumentare i soldi nella busta a fine mese,a causa di mancanza di fondi.

Nel quarto si impegnava a dimezzare il tasso di disoccupazione con la creazione di un milione e mezzo di posti di lavoro.Obiettivo non raggiunto:i disoccupati diminuirono,ma di certo non si dimezzarono,e i nuovi posti di lavoro furono solo poco più di un milione,senza contare i posti persi.

Nel quinto e ultimo punto c’era l’apertura dei cantieri per almeno il 40 % degli investimenti previsti dal Piano decennale per le Grandi Opere.Obiettivo ancora una volta non raggiunto:valutando unicamente le effettive aperture dei cantieri, i dati del ministero delle Infrastrutture mostravano che a gennaio 2006 si è raggiunto il 21,4% degli investimenti previsti

Berlusconi non ha rispettato il contratto,in quanto si è ricandidato alle successive elezioni del 2006.Una sentenza del tribunale civile di Milano nel gennaio 2009 ha stabilito che il documento non ha valore contrattuale e che Berlusconi non aveva dunque obbligo di rispettarlo in quanto documento non vincolante.E chi lo ha denunciato per inadempienza contrattuale,oltre a non aver visto accolta la propria richiesta di risarcimento,si è anche dovuto pagare le spese processuali.Oltre il danno,la beffa….

contratto berlusconi

Lo sfogo di Venditti è comprensibile,ma giù le mani dall’inno

In una recente intervista Antonello Venditti avrebbe dichiarato che non gli dispiacerebbe che la nuova società giallorossa togliesse l’inno “Roma,Roma” dal momento che non lo troverebbe più identificativo della squadra che conosceva prima.L’effetto di queste dichiarazioni è stato quello di una bomba,con i tifosi romanisti spaventati all’idea di perdere ciò che li unisce e che li fa emozionare prima di ogni partita.Alcuni si sono offesi,altri si sono schierati con il cantante romano.Aldilà delle polemiche,un messaggio ora più che mai deve passare in maniera chiara:l’inno non si tocca.Perchè è troppo radicato nei costumi della AS Roma.Perchè è l’unico elemento di romanità e tradizione,Perchè nonostante Venditti pensi che non è identificativo della squadra,è identificativo per i tifosi.E questo è più importante.

Tutte le strade portano a Roma,ma una volta dentro che fatica per chi si sposta con i mezzi pubblici!

Chi abita a Roma ha ormai imparato a convivere con un problema,quello dei mezzi pubblici,che spesso trasforma gli spostamenti in vere e proprie odissee.Un calvario quello di migliaia di persone,che per giunta hanno dovuto digerire un sostanzioso aumento della tariffa dei biglietti (aumentati di un terzo,da 1 euro a 1.50).Aumento assolutamente ingiustificato,dal momento che non si è compiuta alcuna miglioria nel servizio degli autobus o della metropolitana;quest’ultima rappresenta la vera vergogna di una città che meriterebbe di essere eretta a regina delle metropoli europee:due sole linee,con una lunghezza complessiva di appena 40.4 km,contro le 13 di Londra e le 16 di Parigi,rispettivamente di 460 e 220 km.Per quanto riguarda gli autobus,teatri ogni giorno di antipatici spiaccicamenti,con automezzi pieni da esplodere,un capitolo a parte meritano i sistematici ritardi che li accomunano;le cause sono sempre le solite:età dei mezzi,mancata manutenzione,insufficienza organica,poco controllo sull’operato dei conducenti.Atac e assessorato si affrettano sempre a rispondere che i disservizi e i disagi sono dovuti al fatto che non ci sono soldi,anche a causa del caro benzina e dei tagli.Tuttavia i romani ricordano bene gli scandali relativi alla mala gestione da parte dell’Atac;il più recente nel 2010 con l’inchiesta Parentopoli,in cui si è indagato su centinaia di assunzioni sospette e strapagate.

Roma ha bisogno di crescere molto dal punto di vista del trasporto pubblico.Un’idea interessante  sarebbe quella di proporre ai membri della giunta del nuovo sindaco Marino di utilizzare i mezzi pubblici per raggiungere ogni giorno il Campidoglio per tutta la durata del loro mandato.Chissà,magari in seguito a una reale presa di coscienza e vivendo quotidianamente in prima persona i problemi dei mezzi pubbici sarebbero in grado di risolverli in maniera più celere ed efficace,per il bene di Roma e dei suoi cittadini.

Sentenza storica in Colorado,bimbo transgender potrà usare il bagno femminile

Coy Mathias ha 6 anni,vive in Colorado ed è un transgender.Già nelle primissime fasi dell’infanzia aveva mostrato ai genitori un’identità sessuale lontana da quella maschile,e all’età di 4 anni circa ha cominciato a vestirsi con abiti da bambina e a parlare di sè al femminile.Il bambino fin da subito manifestò la volontà di utilizzare i bagni delle femmine,e la scuola materna che frequentava non pose alcun veto in merito alla questione.Il problema sorse nel momento in cui Coy cominciò a frequentare la Fontanin-Fort Carson School,scuola elementare che vietò nella maniera più assoluta l’uso del bagno femminile al bimbo,sostenendo che eventuali visioni di organi genitali maschili potevano provocare uno shock tra le bambine.Ne è nato quindi un contenzioso,con la famiglia del bambino che fece causa alla scuola.La decisione è spettata al direttore del distretto scolastico Steven Chavez,il quale ha dato ragione al giovanissimo Coy; nella sentenza,in cui ci si riferisce al fanciulletto sempre come maschio e virgolettando sempre il pronome “lei”,Chavez ha sottolineato che la decisione della scuola era andata a creare un ambiente pieno di violenze,dimostrando un totale mancanza di comprensione e di tatto riguardo a un tema complesso come quello della questione transgender.E pensare che in Italia in parlamento ancora si discute riguardo una possibile introduzione di una legge che consenta le unioni civili tra persone dello stesso sesso…

Quando il calcio è lo specchio del paese

Lontani sono i tempi in cui l’Italia era l’eldorado del calcio,con i vari Moratti e Berlusconi che ingaggiavano per cifre vertiginose i migliori giocatori dei principali campionati del mondo. La crisi ha invaso anche il mondo del pallone,e molte società,tra le quali alcune molto importanti,sono nella morsa dei debiti,alcune addirittura non sono in grado di pagare gli stipendi ai calciatori e di versare la quota per iscriversi al campionato in cui competono.Un dato che dovrebbe far riflettere è che il debito pubblico dello stato e il debito dei club di serie A hanno entrambi raggiunto picchi storici,rispettivamente 2000 miliardi e 1.6 miliardi.Quella di far risalire questa crisi del calcio in italia alla recessione economica è tuttavia una visione troppo utilitaristica,che non prende conto dei problemi strutturali e culturali in cui versa il nostro movimento calcistico;difficile che questi vengano risolti da una classe dirigente vecchia e obsoleta,che non è capace tra le altre cose di far avallare una fondamentale legge sugli stadi,che consentirebbe alle società di dotarsi di strutture finalmente moderne e la cui costruzione porterebbe migliaia di posti di lavoro,e di porre fine ai processi sportivi che da troppi anni ci hanno reso ridicoli agli occhi delle altre federazioni.Una caratteristica del calcio nostrano che ha profonde analogie con un problema tipicamente italiano è quella della scarsa fiducia nei giovani e del poco spazio a loro dedicato;le società preferiscono spendere i pochi soldi di budget per acquistare calciatori pronti spesso stranieri piuttosto che investire sul settore giovanile,il quale alla lunga porterebbe a risultati migliori e a un bilancio virtuoso.Oggi quello italiano è considerato il 4° campionato europeo per importanza,preceduto dalla premier inglese,dalla liga spagnola e dalla bundesliga tedesca ed alcuni esperti profetizzano che in tempi brevi saremo superati anche dal campionato francese,che in questo momento sembra in rapida ascesa complice l’entrata di capitali arabi e russi.All’Italia non resta dunque che operare un profondo rinnovamento dell’intero movimento calcistico,al momento quanto meno utopico, e sperare di tornare a primeggiare in Europa e nel mondo.